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OLTRE OGNI LIMITE
(EXTREMITIES)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 22 gennaio 1987
 
di Robert M. Young, con Farrah Fawcett, James Russo (Stati Uniti, 1986)
 
Di questo film tratto da un fortunato lavoro teatrale americano di William Mastrostefano si è già discusso a lungo. E giustamente: è il racconto di un tentativo di stupro, dell'efficace difesa di una donna che riesce a catturare il suo assalitore della sua difficoltà, per non dire impossibilità di "dimostrare" di essere nel vero, della sua decisione di farsi giustizia da sola, fino a suscitare l'opposizione delle sue due amiche.

La struttura di EXTREMITIES, e quindi ciò che sta alla base della sceneggiatura della traduzione cinematografica è solida ed interessante. Il nostro interesse viene non soltanto dal tema o dalla situazione, che è sicuramente non soltanto uno dei più scottanti, come si usa dire svicolando in questi casi, ma uno dei più ambiguamente sottovalutati dalla nostra società. Ma dal fatto che, intelligentemente, la nostra identificazione con la protagonista viene fatta variare a seconda del procedere del film: il che corrisponde, nella vita di tutti i giorni, al nostro grado di partecipazione ai meccanismi ancestrali dello stupro. Tutto funziona a perfezione fino al momento in cui le parti si rovesciano: la donna cattura l'uomo, è in grado di vendicarsi, di fargli del male. A questo punto i primi tifosi della donna incominciano a trovare che la stessa "esagera": così le due amiche, che gli autori dipingono assai bene. La prima è del genere umanista-logorroico. La seconda è la rassegnata: ha subito uno stupro, e con il passare del tempo si è addirittura convinta che fosse colpa sua, poiché si vestiva in modo troppo provocante...

D'altra parte, per le ragioni che noi stessi abbiamo potuto constatare nelle cronache, alla protagonista non rimane molta scelta: se va in polizia, la parola dell'uomo varrà quanto la sua (come glielo ricorda costantemente lui stesso). Se lo lascia libero, questo tornerà a vendicarsi. Non gli rimane che far fuori il maniaco: secondo una morale spiccia, quella del linciaggio, del farsi giustizia da sola, che il western, per non citare che il cinema, ha spesso incensato. E che non a tutti appare come la panacea ad ogni guaio. Questi, e altri quesiti (Enrico Filippini, in un brillante articolo su Repubblica ha sottolineato il carattere incestuoso dello stupro, il rifarsi al mito di Edipo - la protagonista riesce finalmente a liberarsi del maniaco spruzzandogli negli occhi il contenuto di una bomboletta spray - accecato per aver fatto l'amore con la madre) solleva EXTREMITIES. Risolvendone pochi, anche perché la forma cinematografica non è certo all'altezza del tema: stringata ed efficace, ma anche condita con quegli elementi di spettacolarità, di "suspense" che riportano alla mente il conformismo degli schemi visti e rivisti. Ben interpretato da Farrah Fawcett, che riesce finalmente a liberarsi dalle sue arie di bellona impermanentata, il film non raggiunge così quei significati indelebili che solo la scrittura sa conferire (si pensi a I VISITATORI di Kazan): ma anche così è opera da vedere e discutere.


   Il film in Internet (Google)

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